Sposto, apro, tocco e accarezzo, spingo le mie mani accompagnate da mature dita che danzano, ora solitarie sull'alitare della mia nuova storia, non più sbiadita dal tempo ma ebra di gioia. L' universo, tempio sacro, dove tutto tace e tutto si rivela, ora è preghiera. Le spalle nude , lo sguardo rivolto alla luce ed io rinasco. Nel nome della madre, cucio, ricamo e rammendo le profonde ulcere della mia anima. Nel nome della madre, nutro, alimento e scaldo il mio corpo invisibile, questo è l'infinito. Allora respiro senza fiato e grido senza suoni, perché i cieli possano aprirsi e i voli sì manifestino ai ciechi e ai sordi... Allora soffio senza aria sui semi che possano spostarsi leggeri per poi sprofondare nel fertile grembo materno della terra, per risvegliarsi domani in turgidi germogli. Nel nome della madre, benedico quella suntuosa ed elegante corona di spine, generata per produrre nettare di vita e consapevolezza...e che oggi silenziosamente scivola per abbellire la mia chioma colorata...
Marilisa Serra
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