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IL FALCO


Il Falco

Se potessi mutare nel cielo chiederei al falco le sue vigorose ali, così, prese in prestito, le userei per volare sui vostri campi incolti, scivolando poi impetuosa sulle onde del mio spazio coperto.

Ed è allo stesso cielo che mi svela il divenire, a cui chiederei con religioso sguardo le vostre vite aperte, all'aria di fermare il vostro il nostro tempo, ed al respiro di poter filtrare l'essenza del suono nell'infinito silenzio.

E così, immobile, coperta d'oro, chiederei ai tuoi occhi di liberare le incomprensibili matasse ingarbugliata e di slegare i nodi mai sciolti. Ed io, senza sosta e senza tempo ne troverei il capo.

Lentamente conquistando i vostri prati incalpestati vi sussurrerei la mia fede, scrollandovi con le dita le foglie dal capo e legando i poi i rami dei vostri rigoli di sangue ai miei arbusti imbriglierei la mia linfa ai vostri desideri.

E quindi, mio amato falco, aiutami ora a dirigere questa distesa di burro verso la voce dello spazio ed il suono del vento.

Aiutami ora a spostare le fronde cucite con il filo della memoria, per poter, un giorno, così, come fa il polline di un fiore, rendere feconde le celle sconosciute che nascondono il nostro incontrollabile futuro.

Marilisa Serra

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