Amata terra.
Respiro, sospiro, paziento e con forza spingo la mia rigogliosa terra.
Con il corpo chino, costringo lo sguardo a ripetere i confini delle mie carni, evocandone la loro potenza.
Ne profano la soglia tra corpo e anima, ora così vicine, sfidandone la loro profonda invisibilità. Sofferenza, attesa, sgomento, ora l'abbandono silente alla mia amata terra.
Perdo smarrita il senso del suo antico valore, ma dalla sua negazione ora scorgo foglie dorate che vibrano all'unisono insieme alla mia sorgente di vita.
Ora si, rinasco, attraverso gioie e tempeste, qui stese, come un letto accogliente.
Lo sguardo sul mio petto scava, urlando in silenzio il suo prezioso scopo,
la luce della mia nuova primavera riaffiora aprendo l'accesso sacro alla voce, al suono, alla danza del mio corpo finalmente libero.
Ora si, rinasco, ora si, padrona della mia me.
Marilisa Serra
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